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Almalaurea: a cinque anni di distanza, la laurea favorisce l’occupazione
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Statistiche laureati
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Il XV Rapporto ALMALAUREA sulla condizione occupazionale dei laureati focalizza sia le difficoltà lavorative incontrate dal settore giovanile maggiormente qualificato, che l'efficacia esterna del sistema universitario. L'Indagine ha coinvolto 215.000 laureati nel 2011 di I e di II livello a un anno dal termine degli studi e 65.000 laureati di II livello nel 2009 a tre anni dal conseguimento del titolo. Per la prima volta, sono stati coinvolti anche 40.000 laureati a cinque anni. Per favorirne un utilizzo dal mondo del lavoro - AlmaLaurea rende disponibile sul proprio sito web l'intera documentazione disaggregata per Ateneo, Facoltà e Corso di laurea. Pochi numeri bastano a fotografare l'utenza complessivamente laureata nel 2011: il 39% ha conseguito il titolo in corso con una votazione media compresa tra il 103 e il 110 e con il punteggio medio nei singoli esami pari a 26/30; l'87% è rimasto soddisfatto del percorso formativo compiuto in un tempo medio di 4,8 anni.
Più in particolare emerge:
- il deterioramento delle performance occupazionali sia dei laureati triennali (lievitato in un anno dal 19% al 23%) che di quelli specialistici (dal 20% al 21%) e di quelli a ciclo unico (medicina,architettura,veterinaria, giurisprudenza: dal 19% al 21%);
- la diminuzione del lavoro stabile ad un anno dal conseguimento del titolo ad eccezione dei soli laureati specialistici a ciclo unico (dieci punti in meno tra i triennali rispetto ai dati del 2008), e aumento dei lavori non regolamentati da alcun contratto di lavoro;
- un calo delle retribuzioni, che ad un anno dalla laurea superano di poco i 1000 euro netti mensili: 1.049 per il I livello (-5% rispetto alla precedente rilevazione), 1.059 per gli specialistici (-2%) e 1.024 per gli specialistici a ciclo unico (-2,5%);
- il miglioramento della condizione occupazionale con il trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo: a 5 anni la disoccupazione si riduce a valori fisiologici (6%) nonostante la crisi e aumentano anche la stabilità del lavoro e il guadagno (circa €1.400, pur con forti disparità per livello, percorsi di studio, genere e ripartizioni territoriali);
- l'influenza delle origini socio-economiche (più che in altri Paesi OCSE) sulla mobilità sociale: il 75% dei laureati di I livello del 2011 ha avuto genitori non laureati; ma la percentuale scende al 70% per quelli specialistici e solo al 54% tra i laureati a ciclo unico, maggiormente destinati alle libere professioni. I meccanismi di selezione sociale rischiano di acuirsi per effetto della crescente presenza di alunni di cittadinanza straniera tra i potenziali immatricolati.
Maria Luisa Marino (aprile 2013)
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QUADERNI
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27. Lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore. Verso il 2020
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