Franco Angeli, Milano 2013, pp. 352, € 29,00
Cos’è il talento? È una prerogativa di poche persone o è qualcosa che, secondo modalità diverse, appartiene a tutti? È innato o si può acquisire? È solo una questione individuale e di tenacia nel perseguire gli obiettivi? Oppure ci sono elementi, ambienti e contesti che possono favorire e promuovere lo sviluppo del talento? E, soprattutto, come si riconosce, si valuta, si valorizza nelle varie fasi del percorso di formazione di un giovane e, in particolare, in quello universitario?
Di talento si parla moltissimo, ma al di là della retorica non si va a indagare su cosa c’è davvero nel “contenitore talento”, in particolare quali ne sono gli elementi costitutivi.
Attraverso l’analisi dello scenario internazionale e la raccolta di testimonianze dirette, il volume si propone di analizzare il rapporto che intercorre fra merito e talento in prospettiva educativa e didattica, in vari ambiti – dalla scuola all’azienda.
Numerose testimonianze dimostrano come il talento, spesso, sia addirittura un limite trasformato in abilità o, più generalmente, un’abilità finalizzata al raggiungimento di un obiettivo. Il talento, di fatto, può assumere varietà di forme e di livelli, passando dallo specialismo più rigido all’eclettismo più flessibile e ricreativo, come dimostrano le interviste realizzate.
L’autrice entra nel merito del talento, analizzandone componenti costitutive, interventi e possibilità di valorizzazione, effetti sociali, personali e professionali, nonché – elemento di fondamentale importanza – la sua misurazione e retribuzione, ovvero il riconoscimento del merito, tema molto dibattuto negli ultimi anni. L’equazione del romanziere Michael Young, merito = talento + sforzo, viene scomposta e ricomposta in merito = talento x sforzo x opportunità, in cui se manca anche un solo fattore il risultato si azzera.
La chiave di lettura del libro sta nel dimostrare che non è solo la dote naturale a determinare il successo personale, ma piuttosto una delicata interazione tra passione, attitudine, impegno e opportunità, che incoraggia le persone a raggiungere i più alti livelli di successo e a condurre vite ricche di significato e di obiettivi. Il talento è insieme predisposizione e volontà, libertà di realizzarsi e responsabilità; richiede la capacità di essere imprenditori di se stessi, di saper valorizzare il proprio dono e di fare le scelte opportune. Decisiva è la presenza di figure di riferimento: mentori, modelli, allenatori, maestri.
Parlare di merito e di talento vuol dire parlare dei meccanismi con cui la società educa i suoi cittadini, regola i meccanismi di accesso a lavoro e carriere, stimola l’intraprendenza personale e il benessere collettivo. Pertanto, potremmo affermare che un adeguato sfruttamento dei talenti è anche un’opportuna strategia anticrisi. Un elemento sul quale meditare sempre, ma ora più che mai.
Ludovica Sabatini