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Secondo i dati del rapporto Ocse 2012 Education at a glance, sono circa 70mila gli studenti internazionali in Italia, in misura decisamente inferiore rispetto ai 550mila in Gran Bretagna e ai 250mila in Germania e Francia.
Una differenza, si legge nel sesto rapporto dello European Migration Network (2013), dovuta principalmente ai limitati sbocchi professionali per i laureati in Italia: di solito, infatti, chi sceglie di frequentare l'università all'estero prevede di restare a lavorare nel Paese in cui si laurea.
Nelle università italiane viene calcolato un cittadino estero ogni 22 immatricolati, uno ogni 26 iscritti complessivi all'università, 1 ogni 37 laureati (oltre 7mila l'anno). Questi vengono soprattutto da Albania (11.802), Cina (6.161), Camerun (2.612), Iran (2.271), Perù (1.929), Marocco (1.831).
Nel periodo 2004-2012, anche a seguito dell'introduzione della laurea triennale avvenuta nell'anno accademico 2001-2002, gli studenti internazionali non europei sono più che raddoppiati: da 22.951 a 51.947. A questi vanno aggiunti i 5.980 iscritti a corsi post lauream e i 4.380 iscritti a corsi di alta formazione artistica, musicale e coreutica, per un totale di 62.307 studenti non UE. Tenuto conto dei 17.424 europei, si arriva ad un totale di 79.731 studenti.
Economia, Ingegneria e Medicina e Chirurgia totalizzano quasi la metà degli iscritti. L'Università di Bologna è l'ateneo che vanta il maggior numero di iscritti non UE, mentre è il Politecnico di Torino a registrare la maggiore incidenza sul totale della popolazione studentesca (12,7%), insieme al Politecnico di Milano (8,2%) e all'Università degli Studi di Genova (6,2%). Il possesso della cittadinanza italiana continua ad essere il maggiore ostacolo per l'ammissione degli studenti internazionali agli studi post lauream, come per esempio le scuole di specializzazione medica: questo requisito vale anche per i figli di immigrati residenti in Italia.
Manuela Borraccino (24 giugno 2013)
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