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Sono iniziati a fine giugno 2013 le celebrazioni per i novant'anni del Consiglio Nazionale delle Ricerche e, per l'occasione, è stato predisposto un sito web interamente dedicato al novantesimo anniversario, in cui è possibile trovare informazioni sugli eventi in programma e sulla storia del CNR.
Il CNR nasce ufficialmente il 18 novembre 1923 e viene trasformato in organo di Stato nel 1945. Sin dal 1916 era presente in Italia un Comitato nazionale scientifico tecnico per lo sviluppo e l'incremento dell'industria italiana (CNST). Nel 1999, il CNR diviene "ente nazionale di ricerca con competenza scientifica generale e istituti scientifici distribuiti sul territorio, che svolge attività di prioritario interesse per l'avanzamento della scienza e per il progresso del paese".
L'evento di lancio delle celebrazioni per il novantesimo anniversario si è tenuto il 25 giugno 2013, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, del presidente della CRUI Marco Mancini e della Vice presidente per Ricerca e Innovazione di Confindustria Diana Bracco.
Al presidente del CNR, Luigi Nicolais, è stato affidato il compito di introdurre e presentare l'attività del CNR lungo tutto l'arco della sua storia. Nicolais ne ha evidenziato in particolare "i brevetti depositati, i progetti di innovazione e sviluppo e le nuove imprese di cui ha facilitato la nascita, l'impegno comunitario e internazionale, il rapporto con le università e il territorio".
Maria Chiara Carrozza ha sottolineato la necessità di investire di più in ricerca e sviluppo, perché "per disegnare una strategia credibile, università e centri di ricerca hanno bisogno di risorse". Il Ministro ha aggiunto che "la scommessa sul talento si vince con un sistema formativo inclusivo, una programmazione credibile che metta a sistema i talenti nazionali, coinvolga quelli stranieri e crei le condizioni per richiamare i nostri ricercatori all'estero". Per Marco Mancini, invece, il problema dell'Italia risulta essere il rapido invecchiamento dei ricercatori: "La ricerca ha continuo bisogno di forze fresche, di capacità rapida di innovazione ma - ecco il problema - il nostro Paese è, viceversa, quello con il più alto tasso di invecchiamento". E, a sostegno di quanto detto, ha esposto dati preoccupanti: il 22% dei professori universitari italiani ha più di 60 anni (5,2% nel Regno Unito, 6,9% in Spagna, 8,2% in Francia e 10,2% in Germania); nel 2002 la percentuale di giovani dottori che abbandonava l'Italia era l'11,9%, nel 2011 è più che raddoppiata (27,6%).
Diana Bracco ha rimarcato quanto detto dal Ministro Carrozza sul finanziamento alla ricerca: "Gli strumenti di sostegno alla ricerca, quali il credito d'imposta e il finanziamento diretto ai grandi progetti strategici, devono diventare credibili nelle modalità e nei tempi di applicazione". Una giovane ricercatrice del CNR, Laura Baroncelli, ha chiuso la serie di interventi con un concetto che è tutto un programma: "essa (la ricerca, n.d.r.) va vissuta con spirito di servizio, perché esprime dedizione alla crescita del bene comune".
Danilo Gentilozzi (28 giugno 2013)
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