|
|
|
|
Lo studio Proportion of Open Access Peer-Reviewed Papers at the European and World Levels 2004-2011 finanziato dalla Commissione Europea ha evidenziato la tendenza generalizzata a mettere gratuitamente a disposizione dei lettori - il cosiddetto open access - le scoperte della ricerca scientifica. Nel 2011 tale modalità ha riguardato la metà delle pubblicazioni scientifiche - una cifra doppia rispetto alle stime precedenti - e oltre il 40% degli articoli scientifici sottoposti a valutazione inter pares.
L'analisi realizzata da Science-Metrix, un servizio di consulenza nell'ambito della valutazione della ricerca, ha focalizzato la disponibilità di pubblicazioni accademiche in 22 settori della conoscenza nei 28 Paesi UE, nonché in Brasile, Canada, Giappone, Stati Uniti, Svizzera, Liechtenstein, Islanda, Norvegia, Turchia, Macedonia e Israele. La disponibilità gratuita della maggior parte degli articoli riguarda i settori della scienza e della tecnologia generica, della ricerca biomedica, della biologia, della matematica e della statistica. Più limitato l'accesso aperto nel campo delle scienze sociali e umanistiche, nonché delle scienze applicate, dell'ingegneria e della tecnologia; l'ambito delle arti visive, dello spettacolo e della comunicazione totalizza complessivamente il 13% degli accessi gratuiti.
Altre due indagini contemporaneamente realizzate dalla stessa Agenzia vertono sulle politiche di accesso aperto e sull'accesso ai dati scientifici. Secondo la prima indagine, la maggior parte di 48 importanti finanziatori in campo scientifico considerano accettabili sia l'immediato accesso aperto alle pubblicazioni su riviste (open access gold e ibrido), sia l'autoarchiviazione con un periodo di embargo (open access green) tra la data di pubblicazione e la messa a disposizione gratuita compreso tra 6 e 12 mesi. Gran parte dei governi nazionali non hanno ancora messo in atto azioni legislative al riguardo e sussistono restrizioni (ad esempio le leggi sul diritto d'autore), suggerite anche dalle agenzie di finanziamento delle ricerche.
La seconda indagine ha evidenziato che le politiche di accesso aperto ai dati scientifici sono meno numerose di quelle attuate in materia di pubblicazioni.
La Commissione Europea considera l'accesso gratuito alle pubblicazioni scientifiche un mezzo fondamentale per migliorare la circolazione delle conoscenze e conseguentemente l'innovazione, ottenendo un miglior rendimento degli 87 miliardi di euro annualmente investiti nel settore. L'open access pertanto dovrà divenire un principio generale di Horizon 2020, il programma UE della ricerca per il periodo 2014-20: l'obiettivo è rendere liberamente accessibili entro il 2016 almeno il 60% degli articoli scientifici su lavori finanziati con fondi pubblici europei.
In tale ambito:
· gli articoli saranno immediatamente resi accessibili online dall'editore e i costi iniziali di pubblicazione potranno beneficiare del rimborso da parte della Commissione Europea;
· i ricercatori metteranno a disposizione i loro articoli entro 6-12 mesi dalla pubblicazione grazie ad un archivio di open access.
Sarà avviato a Bruxelles un progetto pilota sull'accesso aperto ai dati, raccolti nel corso di ricerche finanziate con fondi pubblici, tenendo conto delle legittime preoccupazioni legate agli interessi commerciali, alla riservatezza e alla sicurezza del beneficiario. Viene raccomandato agli Stati membri di adottare un approccio analogo nei loro programmi nazionali affinché - ha sottolineato Máire Geoghegan-Quinn, commissaria UE per la ricerca, l'innovazione e la scienza - il contribuente europeo non sia obbligato a pagare due volte per la ricerca finanziata con fondi pubblici.
Luigi Moscarelli (27 settembre 2013)
|
|
|