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Sulle pagine dei quotidiani italiani di questi ultimi giorni (28 e 29 novembre 2013) è apparsa la notizia dei controlli effettuati dalla Guardia di Finanza sulle dichiarazioni Isee degli studenti iscritti alle tre principali università romane statali (Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre).
Secondo le fonti citate in tutti gli articoli sull'argomento - dati provenienti dall'operato delle Fiamme Gialle nel giorno della firma di un protocollo tra GdF, le tre università romane statali e l'ADISU (Ente regionale per il diritto allo studio del Lazio) - per l'anno accademico in corso l'83,7% dei 196 mila studenti iscritti ha presentato domanda e relativa dichiarazione Isee per ottenere borse di studio, affitti calmierati, sconti su trasporti e assegni e la riduzione delle tasse universitarie. Alla Sapienza, il 16% dei richiedenti è stato inserito nella prima fascia (quella più bassa); negli altri due atenei, la percentuale è risultata più alta (27%).
Nel 2012, su 848 controlli effettuati dalla Guardia di Finanza sulle dichiarazioni Isee presentate, sono state 521 le irregolarità evidenziate. Nel 2013, su 546 controlli, gli irregolari sono stati 340. I titoli dei giornali parlano già di una "guerra ai falsi poveri", agli "studenti evasori" capaci in questo modo di sottrarre fondi agli studenti realmente bisognosi e meritevoli, nonché rei di frodare lo Stato.
L'attività posta in essere da uno studente evasore è uno dei risvolti più inquietanti e degli esempi pratici di corruzione nel mondo universitario, tema affrontato dalla rivista Universitas nel n. 127 di gennaio 2013 (pp. 45 - 51). Un fenomeno, quello della corruzione, che non è tipico di un solo paese (quindi non è un caso tipicamente "italiano") ma che è esteso su scala internazionale ed è un ostacolo imponente alla internazionalizzazione del settore dell'istruzione superiore.
Rassegna stampa sulla notizia dei falsi poveri.
Le pagine della rivista Universitas n. 127 con gli articoli sulla corruzione nell'università.
Danilo Gentilozzi (2 dicembre 2013)
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