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La Commissione europea ha pubblicato lo scorso 24 maggio i risultati di una consultazione pubblica sulla futura generazione di programmi europei nel settore dell'istruzione giovanile e della cooperazione universitaria internazionale, successiva all'anno 2013.
Il rapporto, intitolato Preparation of a new programme in the field of education and training post 2013, ha accordato l'assoluta priorità all'obiettivo del miglioramento della qualità e dell'efficienza educativa e a quello legato al rafforzamento della mobilità degli studenti, dei docenti e dello staff amministrativo. Per creare lo spazio comune europeo auspicato dal Processo di Bologna, è prevalsa in maggioranza la volontà di aprire i nuovi programmi, e soprattutto Erasmus, anche a paesi non appartenenti all'Ue, importanti sul piano economico-politico come i Paesi europei membri del Consiglio d'Europa, gli USA, il Canada e i cosiddetti Paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina).
È stata auspicata una maggiore armonizzazione con altri programmi, che prevedono già la partecipazione di Paesi Terzi, come gli attuali Tempus, Alfa ed Erasmus Mundus, per il quale è stato suggerito l'assorbimento con Erasmus. Sul piano operativo è stato auspicato che per tutti i programmi futuri sia disposta la semplificazione delle procedure applicative (modulistica più tempestiva, comprensibile e in tutte le lingue; necessaria attività di controllo per evitare possibili frodi, ma non al punto da impedire ai progetti stessi di funzionare, ecc.) ed un maggior flusso informativo tra le Agenzie Nazionali e i beneficiari.
È stata sottolineata l'importanza di enfatizzare la cooperazione con il mondo del lavoro, senza trascurare la prevista, maggiore richiesta futura di persone altamente qualificate nelle aree scientifiche. Al centro dell'attenzione andranno posti gli studenti, con l'obiettivo di svilupparne il potenziale personale per prepararli adeguatamente alla carriera professionale. È stata sottolineata l'imprescindibile necessità di salvaguardare la libertà accademica da interessi corporativi o da modelli strettamente condizionati dal mercato del lavoro.
La sfida più importante rimane quella di ordine finanziario, atteso che proprio le difficoltà economiche restano l'ostacolo maggiore alla mobilità e non a caso gli intervistati hanno suggerito - per il periodo 2014/20 - l'aumento dei fondi in bilancio e addirittura il raddoppio di quelli destinati a Erasmus, da assegnare tuttavia in maniera più selettiva (ad esempio, la concessione di borse anticipate da visite preparatorie; l'attribuzione di borse di PhD legate a tipologie di eccellenza accademica; gli incentivi alla mobilità Ovest-Est; lo svolgimento di qualificati programmi intensivi e di progetti multidisciplinari ecc.). È stata evidenziata la necessità di incoraggiare la mobilità virtuale, mediante lo svolgimento da parte dei docenti di corsi on line, ovvero utilizzando i nuovi networks sociali (quali ad es. e-Twinning).
Per leggere il Rapporto:
http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/consult/llp/report_en.pdf
Maria Luisa Marino
Leggi l'articolo sul rapporto conclusivo della consultazione pubblica della Commissione europea sul programma Erasmus Mundus.
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