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Nello scorso anno accademico gli studenti Erasmus complessivi sono stati 213.766 (+7,4% rispetto al 2008/2009), dei quali 177.705 hanno frequentato corsi di studio all'estero e 35.561 hanno effettuato esperienza presso aziende o organizzazioni oltre confine, optando per l'opportunità offerta nell'ambito delle Azioni previste, a decorrere dal 2007. Sulla base delle attuali tendenze, nel 2012/13 - a venticinque anni dall'adozione della misura comunitaria - oltre 3 milioni di studenti avranno potuto beneficiare dell'arricchimento del loro percorso universitario. È ormai dato comune che gli studenti Erasmus sono i più disponibili ad acquisire competenze aggiuntive (apprendimento linguistico, maggiore adattabilità e consapevolezza interculturale) apprezzate dal mondo del lavoro e a svolgere - nelle fasi successive della vita - un'attività lavorativa oltre i confini nazionali.
I dati statistici, presenti nel sito della Commissione Europea, sono riferiti ai 32 Paesi coinvolti (EU27, Croazia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Turchia), cui da questa estate si aggiungerà la Svizzera, e riguardano ben 2.852 istituzioni universitarie europee coinvolte nello scambio di studenti e 2.154 interessate allo scambio dei docenti in una serie di attività che hanno apportato miglioramenti in termini di qualità, comparabilità e trasparenza dei corsi. Il saldo in entrata e in uscita dei borsisti, che in media hanno usufruito per un periodo di 4,2 mesi di un aiuto finanziario pari a 254 euro (-6,7% rispetto all'anno precedente), evidenzia l'importanza della lingua più o meno veicolare in cui sono impartiti gli insegnamenti. Spagna (31.158 in partenza e 35.389 in arrivo) e Francia (30.213 in partenza e 26.141 in arrivo) occupano entrambe la posizione di vertice sia per quanto concerne la partenza che l'accoglienza di studenti "Erasmus"; altrettanto bilanciato appare il saldo registrato in Italia (che mantiene la 5^ posizione in entrambe le direzioni dei flussi studenteschi), in Austria, in Grecia e in Slovenia; molti Stati hanno esportato più studenti di quelli accolti mentre Paesi "importatori netti" sono stati tutti i Paesi nordici, il Regno Unito (ha ospitato il doppio di studenti(22.700) rispetto a quelli esportati (11.723) e l'Irlanda. La partecipazione femminile (61%) ha nettamente superato quella maschile e le aree di studio più scelte sono risultate scienze sociali e scienze economiche e giuridiche (34,6%), seguite da lettere (32,9%) e ingegneria (12,5%). Più equilibrato lo scambio dei docenti, che hanno beneficiato in media per 5,8 giorni di una borsa pari ad 672 euro (-1,8% rispetto all'a.a. precedente), che ha largamente prescelto il nostro Paese, risultato una delle destinazioni più popolari anche da parte degli utilizzatori dei corsi specialistici nelle lingue meno diffuse.
Maria Luisa Marino
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