Il Parlamento della Grecia ha iniziato a discutere il 23 agosto una nuova riforma universitaria, che si prevede verrà votata entro il mese di settembre. Il testo in corso di approvazione introduce non poche novità, che stanno provocando un forte malcontento tra i docenti e gli studenti (clicca qui per approfondimenti).
Nel 1° trimestre di quest’anno la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 15,9% e in particolare quella della fascia di età 15 – 29 anni si è attestata al 30,9%: così è stato deciso di prestare più attenzione alle necessità del mercato del lavoro.
Seguendo le indicazioni del “Processo di Bologna”, viene introdotta la tripartizione dei cicli di studio e dei titoli. Oltre all’introduzione della conoscenza obbligatoria di almeno una lingua estera, sarà interdetto il proseguimento della frequenza agli studenti non iscritti per almeno due semestri. A decorrere dall’anno accademico 2013/14, i libri di testo non saranno più gratuiti e le dispense saranno disponibili sul web.
Il progetto di riforma, oltre che dai docenti è stato fortemente contestato dalla 67a Conferenza dei Rettori, riunita lo scorso luglio a Volos, che tra l’altro ha lamentato il pericolo della dequalificazione dei corsi (passati da 4 a 3 anni), dei finanziamenti pubblici più ridotti (già decurtati del 30% nel 2010 e di un ulteriore 20% nel 2011), dell’attribuzione di troppo elevati poteri decisori ai Consigli di amministrazione universitari, una minore rappresentatività nell’elezione degli organi accademici, l’eventuale incostituzionalità della concessione di finanziamenti privati.
Lo scorso 2 agosto, pochi giorni prima della discussione del Parlamento ellenico, , alla presenza del Ministro ellenico dell’istruzione Anna Diamantopoulou, l’Ocse ha presentato il suo Rapporto Strong Performers and Successful Reformes in Education: Education Police Advice for Greece, che propone azioni a breve, medio e lungo termine in ambito formativo per aiutare la Grecia a uscire dalle difficoltà economiche che l’attanagliano.
In particolare per quanto concerne il settore universitario, il rapporto suggerisce alcune misure che, senza ulteriori finanziamenti, possano migliorare l’efficienza del sistema e ridurre sprechi e costi insostenibili. Tra le misure suggerite, si evidenziano:
- l’urgente adozione di in tema di “una nuova normativa sulla governance” delle istituzioni d’istruzione superiore;
- la creazione di una Autorità indipendente (“Hellenic Higher Education Authority”) che fornisca assistenza tecnica per l’adozione delle necessarie riforme;
- accorpamento delle strutture piccole e creazione di un sistema binario (differenziato tra insegnamento universitario propriamente detto e altro di tipo più professionalizzante) con l’obiettivo di migliorare la produzione di laureati e conseguentemente il patrimonio delle risorse umane.
Maria Luisa Marino