|
|
|
|
Entro la fine del 2020 quattro laureati su dieci proverranno da due soli paesi: Cina e India. Queste sono le proiezioni dell'OECD, che mostrano un significativo cambiamento nella distribuzione mondiale dei laureati, con le crescenti economie asiatiche in netta rimonta rispetto agli Stati Uniti e all'Europa occidentale.
Si prevede, infatti, che entro il 2020 la Cina rappresenterà il 29% dei laureati nel mondo di età compresa tra i 25 e i 34 anni, seguito dall'India. Il declino più importante sarà registrato dagli Stati Uniti (sotto l'11%), che per la prima volta si attesteranno al terzo posto e, assieme ai paesi dell'Unione europea, conteranno poco più di un quarto del totale. Anche la Russia accuserà un'ulteriore flessione: dall'inizio del secolo il numero dei laureati si è già ridotto quasi della metà. In questo nuovo assetto il Brasile supererà la Germania, la Turchia sorpasserà la Spagna e l'Indonesia avrà un numero di laureati tre volte superiore rispetto alla Francia. In controtendenza il Regno Unito, per cui si prevede un aumento di laureati dal 3% nel 2010 al 4% nel 2020.
L'istruzione superiore è divenuta lo specchio e l'amplificatore della performance economica. All'indomani della seconda guerra mondiale predominavano gli atenei dell'Europa occidentale, del Giappone, della Russia e soprattutto degli Stati Uniti, con quest'ultimi che primeggiavano per ricchezza, influenza e, fino a pochi anni fa, nei numeri. I tempi attuali, invece, vedono l'egemonia della Cina e dell'India. Dietro questo impulso ad accrescere il numero dei laureati vi è un chiaro intento economico, il desiderio di competere con le economie avanzate per occupazioni altamente qualificate e a reddito elevato. Spostarsi dalla "produzione di massa" alle "occupazioni dell'economia della conoscenza" significa, infatti, tassi di occupazione e guadagni migliori, motivo per cui molti paesi ricevono forti incentivi a sviluppare il settore dell'istruzione superiore.
Ci si chiede, tuttavia, se ci sarà un numero sufficiente di posti di lavoro per tutti. L'OECD ha esaminato questo aspetto analizzando una particolare fetta del mercato del lavoro, ovvero le occupazioni legate alla scienza e alla tecnologia. Aumentate rapidamente, rappresentano un esempio di come l'investimento nell'istruzione superiore, e la conseguente crescita, possa generare nuovi tipi di occupazione e apportare benefici economici sostanziali.
Elena Cersosimo (27 luglio 2012)
(Fonte: BBC News Business - End of empire for Western universities?)
|
|
|