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"Se volete trovare lavoro rapidamente dopo la laurea, scartate lo studio all'estero e trovate un apprendistato o un lavoro significativo mentre studiate". Con questo messaggio provocatorio il Danish Evaluation Institute, che opera per il ministero dell'Istruzione danese, ha pubblicato a giugno un rapporto intitolato "Effects of Study-relevant Work, Study exchange and Project-oriented Courses: An effect analysis of masters candidates' options at universities", secondo il quale i tirocini e le esperienze di praticantato hanno un impatto assai maggiore degli studi all'estero sulle opportunità lavorative e il salario dopo la laurea.
Secondo il rapporto, che ha coinvolto un campione di più di 50.000 studenti danesi impegnati tra il 2009 e il 2012 sia in esperienze di studio-lavoro sia in soggiorni con borse di studio all'estero, quelli che hanno lavorato mentre studiavano hanno avuto tra il 10% e il 20% in più di probabilità di trovare lavoro nell'anno dopo la laurea rispetto a chi ha solo studiato, anche all'estero, e salari più alti anche di circa 700 euro, soprattutto in ambito umanistico e delle scienze sociali, molto meno in Medicina e Scienze naturali. Secondo Natasha Reimer Thaysen, coordinatrice del rapporto, tali differenze indicano che "la pratica durante gli studi e i corsi legati ad un progetto pratico creano dei collegamenti con il mercato del lavoro, visto che si costruisce sia un'esperienza lavorativa che una rete. Quando un incarico di studio-lavoro funziona bene, ciò avviene anche perché è un'attività aggiuntiva rispetto agli studi e quindi è diversa da corsi orientati alla pratica e soggiorni di studio all'estero, che si limitano entrambi a sostituire lo studio ordinario".
Entrare nel mondo del lavoro già durante l'università può essere assai più utile per trovare un impiego ed una retribuzione proporzionale alla laureadi quanto non avvenga con lo sforzo di adattamento e linguistico di chi studia uno o due semestri all'estero. "Lo studio all'estero - ha rimarcato la Thaysen- porta meno vantaggi di quanto si ritenga, almeno in rapporto ai salari e alle opportunità lavorative. Probabilmente non porta più il prestigio di una volta semplicemente perché viaggiare all'estero è diventato un'esperienza comune".
Manuela Borraccino (14 settembre 2016)
(Fonte: Is study abroad as beneficial as is reputed? - University World News n. 426 - 2 settembre 2016)
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