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Il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva UE 2016/801 che facilita le condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di Paesi terzi per motivi di ricerca, studio, tirocinio, volontariato, programmi di scambio di alunni o progetti educativi.
Il provvedimento, che fonde con modifiche due direttive preesistenti, è destinato ad accrescere l'entità della forza lavoro specializzata nonché a rendere più attraente e più appetibile il contesto europeo all'immigrazione temporanea dei talenti provenienti da Paesi non UE. L'esperienza attuativa della legislazione vigente ha dimostrato finora che gli Stati membri non sono stati in grado di affrontare integralmente le difficoltà incontrate dai richiedenti altamente qualificati, desiderosi di trasferirsi per motivi di studio o di ricerca. Migliorando le condizioni di ingresso e di soggiorno, la direttiva aiuterà l'insieme dei Paesi membri a superare il gap degli investimenti in ricerca, che contrappongono l'Unione europea agli Stati Uniti (+0,8% di risorse impiegate) e al Giappone (+1,5% di risorse).
Saranno ottimizzati i seguenti elementi:
- durata della permanenza: dopo aver ultimato i loro studi e ricerche, gli studenti non UE avranno il diritto di soggiornare nello Stato membro dove hanno effettuato l'attività almeno per un periodo di 9 mesi successivi, da utilizzare per cercare un lavoro o creare un'azienda;
- garanzie procedurali: i beneficiari godranno di maggiore mobilità e potranno spostarsi più facilmente all'interno dell'Unione europea nel corso del loro soggiorno: in futuro non sarà necessario presentare una nuova domanda di visto, ma soltanto effettuare una notifica allo Stato membro nel quale si recano, mentre sarà consentito il soggiorno per periodi più lunghi rispetto a quelli attualmente consentiti.
- semplificazione degli aspetti burocratici: la maggiore flessibilità aumenterà le possibilità di spostamento all'interno dell'Unione, con ricadute importanti specialmente per coloro che sono coinvolti in programmi comuni;
- accesso al mercato del lavoro: durante lo svolgimento dell'attività di studio o di ricerca gli interessati potranno lavorare almeno per 15 ore settimanali e avranno il diritto di farsi accompagnare dai familiari, ai quali è ugualmente riconosciuto il diritto di lavorare durante il soggiorno in Europa.
Gli Stati membri avranno ora due anni per il recepimento della direttiva nella normativa nazionale.
Maria Luisa Marino (4 luglio 2016)
(Fonte: Rikke Uldall, New rules to attract non-EU students, researchers and interns to the EU, European Parliament News - 11/05/2016)
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